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L’intero articolo:

E' morto Perotto,
inventò il primo
personal computer

Era un marchingegno grande come una macchina per scrivere, capace però di memorizzare dati e comandi, e collegabile a un video e a una stampante. Lo crearono nel 1964 un gruppo di ingegneri dell'Olivetti, guidati da Pier Giorgio Perotto (nella foto), mal conosciuto talento della nostra storia scientifica e industriale, morto ieri all'età di 71 anni. Quello strano oggetto fu battezzato con un nome poco accattivante e curiosamente volto al femminile: «La Programma 101». Il nome, evidentemente, piacque poco, e nei laboratori di Ivrea si passò presto a un appellativo più amichevole: «La Perottina». Ma fu solo negli Stati Uniti, nell'ottobre 1965, durante un'importante esposizione a New York, che l'invenzione fu valutata e compresa appieno, nonché rinominata con lungimiranza: la Perottina divenne «The first desktop computer of the world», il primo computer da tavolo del mondo, guadagnando titoli importanti sui principali giornali d'oltreoceano.
L'anno dopo alla Fiera di Milano gli italiani si adeguarono e la Perottina fu presentata come «computer personale». Era dunque nata l'era del pc (o meglio: cp, in italiano), ma ancora nessuno lo sapeva. Nessuno, forse, tranne Pier Giorgio Perotto, che tuttavia faticò moltissimo per far capire nel suo Paese l'importanza della «Programma 101» o comunque si volesse chiamare il manufatto uscito dalle officine piemontesi. A quell'epoca l'Olivetti era convinta di dover puntare sulla meccanica. «Il successo della nostra macchina — spiegò una volta Perotto — convinse però il management a riprendere l'esperimento di Adriano Olivetti sull'elettronica. Il modello successivo, la Et101, fu la prima macchina per scrivere elettronica del mondo».
La Perottina era azionata con un linguaggio semplificato, con solo 16 comandi, un antesignano del Basic, antenato dei moderni software. Per l'ingresso e l'uscita dei dati, Perotto ideò una cartolina magnetica: un'anticipazione dei moderni floppy disc. Erano soluzioni così buone che non mancarono i tentativi d'imitazione: la Hewlett Packard fu presto costretta a pagare un milione di dollari per aver violato alcuni brevetti.
Pier Giorgio Perotto si è spento ieri a Genova circondato dalla stima dei colleghi, col riconoscimento, ottenuto nel 1991, del premio internazionale Leonardo da Vinci assegnato dal Museo della scienza e della tecnica di Milano. Ma se n'è andato anche col rammarico dei festeggiamenti organizzati l'anno scorso per il presunto ventennale del personal computer. Secondo la storia ufficiale, riscritta dai vincitori dell'industria informatica, il primo computer da tavolo è nato in casa Ibm, il 12 agosto 1981, per merito di William Lowe e di 12 ricercatori impegnati nell'operazione battezzata «Project Chess». Lo chiamarono Pc, dalle iniziali del progetto, e poi fecero credere che l'acronimo stesse per «personal computer». Continuiamo a crederci tutti, ma il vero «computer personale» aveva emesso i primi vagiti almeno 15 anni prima.

di Lorenzo Guadagnucci